Val di Fiemme, il Dolomiti Food Jazz è un festival nel piatto

21/02/2019

Dall’8 al 16 marzo 2019 la rassegna enogastronomica Dolomiti Food Jazz accompagna il festival Dolomiti Ski Jazz.

Dieci chef di ristoranti e rifugi della Val di Fiemme propongono piatti musicali dedicati ai volti leggendari e ai suoni del jazz. Sono tutti accompagnati da vini Trentini, Cembrani Doc e dalla Birra artigianale di Fiemme.

Sul palcoscenico bianco del jazz trionfano anche i formaggi dei caseifici di Predazzo e Cavalese, fra degustazioni e aperitivi Happy Cheese.

 

Con la musica si mangia. Il Dolomiti Ski Jazz si assapora anche a tavola, grazie alla seconda edizione della rassegna enogastronomica trentina Dolomiti Food Jazz. Dall’8 al 17 marzo 2019, ristoranti e rifugi della Val di Fiemme compongono “piatti musicali” con i sapori della valle e del Trentino.

Dieci chef della Val di Fiemme sono pronti a scatenare performance saporite ispirandosi al jazz, mentre nei pub, nei teatri e nei rifugi della Val di Fiemme, dal 9 al 16 marzo, si esibiscono gli oltre 60 artisti del 22° Dolomiti Ski Jazz, fra cui Alex Sipiagin, Luca Boscagin, As Madalenas e Los Ernestos, Luigi Bonafede, Dawn Mitchell, Simone Alessandrini, Alessandro Lanzoni, Thomas Morgan, Eric McPherson, Pietro Tonolo, Roberto Bindoni, il SOON Trio, l’Hammonk Sphere Trio, il Toots Thielemans Tribute e i Lost Boys.

L’emancipazione della cucina tradizionale della Val di Fiemme segue per nove giorni i binari dell’emancipazione della musica jazz, rivisitando i sapori locali.

Fra i piatti ispirati al più noto festival di musica nera su sfondo bianco, si affacciano volti e suoni leggendari del jazz. Si parte da un gustoso tris di focacce dedicato all’Oscar Peterson Trio, per poi evocare, tra fondute, filetti, ravioli, canederli e dolci al cioccolato, il fascino di Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Glenn Miller, Aretha Franklin, Billie Holiday e Charlie Parker. Mentre alcuni piatti seguono ritmi di genere come lo swing e il dixieland, c’è chi propone una jam session con i sapori della tradizione della Val di Fiemme.

Ogni piatto jazz è abbinato a un vino trentino e del Consorzio Cembrani Doc o a una Birra artigianale di Fiemme. L’accordo multisensoriale fra Dolomiti Ski Jazz e Dolomiti Food Jazz crea una nuova alchimia di musica, neve e sapore.

Il Dolomiti Food Jazz abbraccia gli aperitivi, le cene e le degustazioni della Strada dei Formaggi delle Dolomiti. Sono 4 gli appuntamenti sfiziosi di Happy Cheese: al Rifugio Passo Valles l’8 marzo, alle 11.00, si gustano i formaggi di Fiemme con i vini Endrizzi e uno showcooking; a Baita Ciamp dele Strie di Bellamonte il 9 marzo, alle 11.00, durante il concerto del Dolomiti Ski Jazz, si gustano i formaggi di Fiemme con i vini di Villa Corniole; al Wine bar dell’hotel Ancora di Predazzo l’8 marzo, alle 18.00, entrano in scena i formaggi di Fiemme con il Cesarini Sforza Trentodoc; a Baita Passo Feudo venerdì 15 marzo, alle 11.00, durante il concerto del Dolomiti Ski Jazz, si assapora il Puzzone di Moena DOP con Altemasi Trentodoc. Domenica 10 marzo l’Osteria La Cantinetta di Varena invita alla Cena con il casaro Alberto del Caseificio di Fiemme, fra deliziose armonie di formaggi.

Due appuntamenti con “Buon viaggio nel formaggio” invitano a visite guidate e degustazioni nel Caseificio di Predazzo, il 14 marzo 11.00, e nel Caseificio di Cavalese, il 15 marzo alle 9.30. Quindi, si scopre “Come nasce la birra di Fiemme” sabato 16 marzo, alle 15.00, nel birrificio di Daiano.

Con il Dolomiti Food Jazz la musica entra nel piatto e scivola di calice in boccale.

 

IL MENÙ DEL DOLOMITI FOOD JAZZ

RISTORANTE ORSO GRIGIO - CAVALESE

Oscar Peterson Trio: Tre focacce di mais, saraceno e patate con una mousse di ricotta e pecorino nostrano e la luganega del nostro Maso. Zuppa di Gewürztraminer con cuore di fonduta di formaggio "Fiemme" accompagnato da un calice di Gewürztraminer della Cantina Alfio Nicolodi.

Se il tris di gustose focacce evoca la musica del trascinante l’Oscar Peterson Trio, il prolifico e trascinante trio jazz della storia della musica afroamericana, la zuppa Gewürztraminer esprime il potente swing del grande pianista canadese Oscar Emmanuel Peterson (Montréal, 1925 -Mississauga, 2007). Celebri le sue registrazioni jazz al fianco di Ella Fitzgerald, Lester Young, Anita O'Day, Stan Getz, Louis Armstrong.

 

RISTORANTE OSTERIA LA CANTINETTA - VARENA

Struttin’ with Some Barbecue: Ravioli di segala fatti in casa con ripieno di crauti e Formae Fiemme di Malga… con un calice di Santa Maddalena della tenuta Griesbauerhof.

Il piatto propone una danza di sapori della tradizione per evocare la canzone “Struttin’ with Some Barbecue” (Ballando con una bellissima ragazza). Questo gioioso brano del 1927 interpretato Louis Armstrong e composto dalla sua seconda moglie Lil Hardin Armstrong ha generato un simpatico equivoco. La parola “barbecue” infatti non ha nulla a che fare con le bistecche alla grigia, ma è un modo per descrivere una ragazza molto attraente.

 

RISTORANTE MASO DELLO SPECK - DAIANO

Dixieland: Canederli fatti in casa ai formaggi di Fiemme (il Fontal del Caseificio di Cavalese e il Puzzone di Moena del Caseificio di Predazzo) serviti con burro fuso e Trentingrana. Abbinamento consigliato birra rossa Larixbier 0.33L del Birrificio di Fiemme.

Il piatto è ispirato a uno stile del jazz, il Dixieland, ovvero il modo di suonare lo stile New Orleans jazz da parte dei “bianchi”. Se i bianchi, nel tempo, si sono impadronititi dei linguaggi musicali afroamericani, i canederli si sono impadroniti del linguaggio dei formaggi di Fiemme, dando vita a nuovi stili gastronomici di montagna.

 

RISTORANTE MIOLA - PREDAZZO

Love and Kisses: Torta al cioccolato e ricotta del Caseificio di Predazzo con “caffè” il Balos de Capriana, abbinato al Passito San Martim di Grigoletti.

Un dolce sorprendente seduce il palato sulle note di “Love and Kisses(1935), la canzone della cantante jazz statunitense Ella Fitzgerald (Newport News, 1917 - Beverly Hills 1996). Questa musa del jazz era dotata di un potente strumento vocale, vantando un'estensione di più di tre ottave. I suoi “scat” di sillabe e suoni potevano durare oltre i cinque minuti, pur mantenendo una perfetta impronta melodica. La sfida del ristorante Miola è stata proprio quella di creare un dolce che provoca un’emozione sensoriale che stupisce per quando è capace di estendersi.

 

RISTORANTE LA PRIMOTECA - PREDAZZO

Chattanooga Choo Choo: Gnocchi di polenta con fonduta di Fontal di Cavalese, accompagnati da un calice di Gewürztraminer della Cantina Villa Corniole.

Il vapore della polenta e del formaggio fondente ci portano in viaggio, da New York a Chattanooga, su una piccola locomotiva a legna. Proprio la locomotiva che ispirò la celebre canzone jazz “Chattanooga Choo Choo” (1941) scritta da Mack Gordon e composta da Harry Warren. Glenn Miller ricevette il primo Disco d’oro della storia per la sua incisione di Chattanooga Choo Choo che vendette oltre un milione di copie in appena tre mesi. Per celebrare il successo la casa discografica RCA Victor dipinse d'oro una copia del disco e la consegnò a Glenn Miller consegnò durante una trasmissione radiofonica in diretta.

 

RIFUGIO PASSO FEUDO - PREDAZZO

Aretha Franklin: Filetto di maiale ripieno al formaggio Puzzone con tortino di polenta e patate accompagnato da un calice di Masetto bianco della Cantina Endrizzi.

Questo piatto saporito è dedicato alla voce imponente e straordinaria di una fra le artiste jazz più famose: la grande Aretha Franklin (Memphis, 1942 - Detroit, 2018). Cantautrice e pianista statunitense, è considerata un’icona della musica gospel, soul e rhythm and blues.

È stata soprannominata “La Regina del Soul” per la sua capacità di aggiungere una vena soul a qualsiasi cosa cantasse. Lo Stato del Michigan ha ufficialmente dichiarato la sua voce “una meraviglia della natura”. È quindi un piacere degustare un piatto ispirato alla sua voce davanti a un panorama dolomitico dichiarato Patrimonio Naturale dell’Umanità.

 

BAITA CIAMP DELE STRIE - BELLAMONTE

Jam Session: Canederli allo speck con fonduta di formaggi di malga: Puzzone, Puzzone Riserva e Fontal di Cavalese accompagnati da Birra di Fiemme chiara.

I piatti più intriganti, così come le musiche più audaci, spesso nascono da un’improvvisazione. Gli squisiti canederli di Baita Ciamp dele Strie sono ispirati alle jam session del Dolomiti Ski Jazz, quando i musicisti entrano in sintonia senza aver nulla di preordinato, improvvisando su accordi e temi conosciuti. Il termine, nato negli anni Venti negli ambienti jazz, probabilmente deriva da “Jamu”, una parola dell’Africa occidentale che significa “insieme in concerto”.

 

RISTORANTE HOTEL ZALUNA - PREDAZZO

Billie Holiday: Flauto in crosta di pane ripieno al Fontal di Cavalese e fiammiferi di verdurine su letto di insalata fiorita abbinato a un calice di Müller Thurgau “Palai” Pojer e Sandri.

I capelli di Billie Holiday, diva del jazz, erano spesso decorati da fiori appariscenti e sensuali. Per evocare l’energia magnetica di questa cantante statunitense (Filadelfia 1915 - New York, 1959) il Ristorante Zaluna accosta un gustoso flauto a un’insalata fiorita, tra fiammiferi di verdurine. È un omaggio alla voce intensa di Lady Day, con la quale fluttuava sul tempo e sul ritmo.

 

RIFUGIO CAPANNA CERVINO - PASSO ROLLE

Charlie Parker: Nido di polenta con formaggi fusi di Fiemme e Primiero, fra note di marmellata di mirtillo rosso e un calice di vino rosso trentino.

Il piatto è dichiaratamente ispirato alla completa “fusione” di Charlie Parker con il suo strumento. È un filo rosso (di vino trentino) a unire la gastronomia d’alta quota a questo mostro sacro della musica jazz. Il sassofonista e compositore statunitense Charlie Parker (Kansas City, 1920 - New York, 1955) è considerato uno dei padri fondatori del movimento musicale chiamato “bebop”.

 

RIFUGIO CAPANNA PASSO VALLES - PASSO VALLES

Swing: Fonduta al Formae Val Fiemme stagionato del Caseificio di Cavalese profumata al porcino con dadolata di polenta fritta abbinata a birra Keller di Fiemme alla spina.

La rivisitazione di un piatto della tradizione fiemmese propone un cambio di ritmo, accanto a una birra carica di vitamine, proteine e lieviti. La dadolata vuole evocare lo swing, un genere jazz dal ritmo saltellante o meglio “dondolante”.

Lo swing, capace di far esplodere balli frenetici, favorì una svolta musicale vivida, saziando la voglia di nuovo che si respirava alla fine degli anni Venti nei locali di Kansas City e New York.

 

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