E' una tipica costruzione medievale con mura e torri merlate
Al centro di una vasta azione di recupero, questo castello medievale a Segonzano in Valle di Cembra ha finalmente raggiunto la sua piena funzionalità grazie alla realizzazione di un percorso di visita e alla presenza di strutture adatte ad ospitare eventi storici e culturali.
La fama si deve ai celebri acquarelli che Albrecht Dürer dipinse nel 1494, quando passò per il Trentino in occasione del suo primo viaggio in Italia. L’unica torre superstite risale al nucleo originale del castello, già ricordato in un documento del 1216 steso dal Principe Vescovo Federico Vanga per l’investitura di un feudo a Rodolfo Scancio. Durante la Battaglia di Segonzano del 2 novembre 1796, il castello fu saccheggiato e incendiato dalle truppe francesi di Napoleone. Il maniero, già gravemente danneggiato, venne quasi demolito dall’alluvione del 1882, quando diverse famiglie del luogo ne utilizzarono le pietre per ricostruire le proprie abitazioni.
La fama si deve ai celebri acquarelli che Albrecht Dürer dipinse nel 1494, quando passò per il Trentino in occasione del suo primo viaggio in Italia. L’unica torre superstite risale al nucleo originale del castello, già ricordato in un documento del 1216 steso dal Principe Vescovo Federico Vanga per l’investitura di un feudo a Rodolfo Scancio. Durante la Battaglia di Segonzano del 2 novembre 1796, il castello fu saccheggiato e incendiato dalle truppe francesi di Napoleone. Il maniero, già gravemente danneggiato, venne quasi demolito dall’alluvione del 1882, quando diverse famiglie del luogo ne utilizzarono le pietre per ricostruire le proprie abitazioni.
- Aperture e visite: il sito è accessibile tutto l’anno attraverso passerelle e pedane panoramiche
- Eventi: previsti eventi culturali e storici durante il periodo estivo
- Stato di conservazione: buono
- Collegamenti bus di linea: da Trento
- Informazioni: Uffico turistico di Cembra tel. 0461 683110
La leggenda racconota di...
un uomo di bassa statura chiamato “El Picena”, di professione sarto, che lavorava presso i baroni del castello di Segonzano.
Quest’uomo era molto caro alla baronessa ma quando questa scoprì che era ateo tentò di convincerlo a convertirsi. Lui rifiutò, e all’insistere della donna scappò via inseguito dalle guardie e cadde sulle rocce sottostanti.
L’ometto, morente, strisciò fino ad una piccola grotta lì vicino dove esalò il suo ultimo respiro. Il suo fantasma vaga tuttora per il castello, nella speranza che il suo spirito
trovi la pace.